Reggio Emilia, rifiutano il ricovero alla bimba down: “Per la piccola è stata una condanna a morte”

“Solo una tosse non di preoccupi”, avevano detto inizialmente i dottori a Elena e Marius Dumitrascu, genitori della piccola Maya, bambina di appena 3 anni che mostrava i sintomi di una banale influenza: ”Avevamo chiamato il pediatra – racconta la mamma – che, per telefono, ci aveva prescritto una normale cura per un raffreddore: aerosol, tachipirina, sciroppo”. Quando due giorni dopo sono comparsi dei puntini sulla pelle, la situazione è cambiata. “La diagnosi era stata varicella”, continua la madre. I sintomi però non accennavano a fermarsi e con il peggioramento della situazione la bambina viene portata al…

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pronto soccorso di Castelnovo “con 38.9 di febbre, che non mangiava, vomitava, aveva la diarrea, aveva dolori, si vedeva che aveva il cuore che batteva forte. Lo segnalavamo, ci continuavano a dire che lo avrebbe valutato il dottore. E quando l’hanno guardata, hanno continuato a dire che era varicella. Ci ha dato una cura massiccia e ci ha mandati a casa”.

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Passano i giorni e la situazione diventa sempre più grave, ecco perché alle 22 di domenica, i due genitori portano la bambina al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove la nuova diagnosi di un altro medico dice che la piccola è grave a causa di un virus. Neanche il tempo di prendere le dovute precauzioni che la bambina subisce….

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due arresti cardiaci consecutivi che purtroppo non le lasciano scampo: “Quando è morta, ci hanno detto che aveva un virus: stafilococco, ci hanno detto… Sarebbe bastato un tampone fatto al momento giusto e una cura di antibiotici. Perché non è stato fatto prima? Voglio giustizia per mia figlia, e non voglio che capiti ad altri bambini. In questi tre anni, tante volte tutto veniva liquidato come causa della sindrome di Down. Ma in tre anni Maya non ha mai avuto niente. E il cuore stava bene. È partito tutto dalla gola. Perché non le hanno dato subito l’antibiotico?”.

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