Fa discutere quando accaduto (e ripreso) al pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi a Lecce. Un uomo è arrivato lì in preda a dolori lancinanti per una colica renale, aspettando il suo turno sdraiato per terra senza che nessuno intervenisse. A un certo punto poi si sente questa frase: “E’ un tossico recidivo, non c’è bisogno di intervenire”.
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Il direttore dell’Unità, Silvano Fracella, ha assicurato: “Le responsabilità, se esistono, saranno presto individuate. Quelle parole non sono state pronunciate da un operatore dell’ospedale. Il soggetto non era ancora stato sottoposto a triage, non sapevamo chi fosse e di cosa soffrisse”. Viene poi spiegato che il 40enne si è sentito male in casa, ma “ha rifiutato di essere trasportato dall’ambulanza all’ospedale di Copertino, nonostante fosse stato avvisato che il pronto soccorso di Lecce era già in affanno e difficilmente sarebbe stato visitato in fretta”.
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Secondo i parenti l’uomo sarebbe rimasto in quelle condizioni per più di un’ora, per lo staff medico invece “è rimasto per qualche decina di minuti. Appena gli infermieri se ne sono accorti hanno utilizzato una barella per trasportarlo in sala, dove gli è stato iniettato un calmante”. Per un tempo totale di un’ora e 32 minuti: “un tempo tutto sommato ragionevole per un codice verde in un pronto soccorso che in quelle ore ha smaltito 36 pazienti e quattro ambulanze. Chiedo scusa al paziente per l’attesa, ma facciamo il possibile per diminuire i tempi. La situazione è al limite come in tutti i pronto soccorso d’Italia”.
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